Salve amici del web, oggi vorrei parlare con voi di Fast Fashion.
Senza dubbio negli ultimi anni molte catene si sono fatte strada, spinte da prezzi accattivanti e vetrine in continuo mutamento, si sono fatte amare. “Fast Fashion” ossia “moda istantanea”, è però un concetto lontano dalla nostra tradizione, dall’eccellenza del Made in Italy che ci ha fatto conoscere nel mondo. Nel fast fashion il capo nasce da lavorazione in serie, in tempi brevissimi. Queste linee di abbigliamento vengono infatti, ideate, progettate e confezionate in tempi stretti con lavorazioni e finiture cheap e con materiali di bassa e media qualità. Cosa ne è stato della qualità Italiana, della cura del dettaglio, della passione per lo Slow Fashion, ossia qualcosa di creato con passione con tempi più lenti per favorire la qualità? Queste catene di moda “veloce” propongono collezioni con cadenze settimanali, invogliando i consumatori ad acquistare sempre nuovi prodotti e capi in continua evoluzione. Molti sostengono che queste catene siano una delle cause principali dell’inquinamento ambientale, definite i responsabili dello smaltimento dei tessuti, di tutti quei rifiuti che stanno divorando la Terra, rendendo così questo settore il secondo più inquinante al mondo. Molti prodotti, infatti, sono scadenti e non tardano a rovinarsi, il consumatore è quindi costretto a sbarazzarsene e correre nuovamente a fare shopping. Buona parte della merce, è inoltre prodotta in paesi poveri dove non ci solo legislazioni che tutelano i lavoratori. Operai sottopagati costretti a lavorare in condizioni di lavoro non salubri. Non sono solo le leggi sul lavoro a mancare, anche quelle che regolano l’utilizzo di sostanze chimiche, come i coloranti, risultano non in linea con le leggi europee. Se pensiamo che questi prodotti, oltre a venire a contatto con la nostra pelle, vengono riversati nei fiumi, possiamo ben immaginare il grave danno ambientale.. oltre quello relativo alla salute. Il problema è serio, riguarda tutti noi ed il nostro futuro. Tonnellate di scarti di questi tessuti, oltretutto in buona parte sintetici e non biodegradabili, hanno un impatto ambientale devastante. I responsabili siamo noi. Una domanda che possiamo porci è: quali sono le alternative? Giustamente molte persone penseranno subito al fatto che non si possano permettere abiti a prezzi e qualità più elevata. Se solo vi fermaste a riflettere, capireste che invece di comprare 10 capi scadenti, forse sarebbe più opportuno comprarne 1, a parità di prezzo, ma capace di durare negli anni e soprattutto creato secondo un processo etico. Voi cosa ne pensate? Quanti capi comprate al mese? Aspettiamo i vostri commenti! Ci vediamo al prossimo articolo! Shakhi Uddin
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Fino a poco tempo fa le riviste e le sfilate erano invase da modelle alte, stupende e perfette. Corpi magrissimi, che purtroppo venivano presi come canoni ed esempio. Le sfilate di Victoria’s Secret da sempre sono l’esempio più evidente, di un fenomeno che si è spinto troppo oltre. Modelle con un regime alimentare molto rigido per non rischiare l’esclusione da una delle sfilate più attese nel mondo! Senza volerlo, siamo condizionati da questi canoni di bellezza della moda e dalle sue regole rigide, ci facciamo influenzare per esempio dalle icone di Hollywood, dalle immagini delle riviste, oppure dalle pubblicità. Finalmente qualcosa si è mosso, per le sfilate molti stilisti hanno imposto una taglia minima per le modelle ed anzi molti brand prediligono fisici più morbidi e reali, più vicini al consumatore. Sempre più spesso appaiono tra le pagine patinate modelle con difetti evidenti, o dalle forme morbide. La parola chiave è ora inclusività! Quanto spesso, soprattutto noi donne ci sentiamo imperfette, insicure e ci vergognamo del nostro aspetto fisico? Per non parlare delle ragazze più deboli, quelle che stanno attraversando il difficile momento dell’adolescenza. Questa nostra insicurezza ci porta alla decisione di dimagrire ispirandoci alle nostre ‘icone’, ma questa volontà se non è ben dosata può diventare una malattia: l’anoressia! Non è sbagliato volersi sentire bene ed in forma, l’errore è l’eccesso e soprattutto intraprendere diete senza essere seguiti da esperti e professionisti del settore. Fortunatamente, come anticipato, qualcosa sta cambiando, le immagini che ci arrivano parlano di essere noi stesse, di amarci per quello che siamo. Si ad essere in salute ed in forma, ma rispettando il nostro corpo e la nostra conformazione fisica. Altro punto che non ha certo aiutato è il limite di taglie presenti in un brand, spesso si produce una serie di taglie limitata. Coloro che hanno un corpo curvy, si ritrova a dover cercare abiti in marchi dedicati, studiati appositamente per taglie considerate Large. Negli ultimi anni , fortunatamente, la rosa di scelta si è ampliata molto. Questo ha dato la possibilità alle donne più formose di trovare capi di vario gusto e genere, non solamente da Signora, ma anche dal gusto più fresco e giovane. Chiudo ricordandovi che le nostre imperfezioni ci rendono uniche, non dobbiamo essere nostre nemiche. Impariamo a valorizzare i nostri punti forti e vedrete che risplenderemo! A chi non è mai capitato di trovarsi di fronte ad un capo e fissarlo, come se ci stesse chiamando?
Rimaniamo praticamente ipnotizzati dalla sua bellezza, non è così?
Magari abbiamo con noi i nostri piccoli risparmi per acquistare qualcosa di più importante, ma senza pensarci due volte, acquistiamo l’oggetto dei nostri sogni! Che cosa significa questo nostro comportamento? L’acquisto è stato fatto perché un capo ci piace o per via della sua etichetta? La risposta corretta probabilmente non esiste, dipende tutto dalle persone e dalle loro esigenze o ambizioni. Ci sono, infatti, alcune persone difficilmente attratte dai vestiti, ma capaci di comprare d’impulso qualcosa per sentirsi semplicemente bene. I vestiti hanno svariate funzioni, una delle più importanti ai giorni nostri, è quella di rappresentare noi stessi, poiché l’apparenza talvolta diventa appartenenza, ad esempio all’interno di un gruppo sociale. A volte prendiamo un indumento in “prestito”, per sentirci bene, per evadere dalla realtà della vita, ma una volta consumato questo piacere, ci sentiamo vuoti e abbiamo la necessità di trovarne un altro. Non a caso sono nati negozi che noleggiano abiti firmati per eventi importanti, o semplicemente per sentirsi un’altra persona. Viviamo in un secolo dominato dal web, in cui la vita sta diventando virtuale dove tutto dipende da cosa indossiamo, anzi, “chi indossiamo”. Passiamo ore e ore a fare storie, a condividere momenti delle nostre giornate, a fare fotoritocchi di noi stessi con un bel vestito per ricevere visualizzazioni e like. Il mondo è ora più che mai eterogeneo, ci sono coloro che comprano il bene primario per coprirsi, coloro che acquistano per appartenere ad un gruppo sociale ed altre persone benestanti che acquistano senza esagerare. Vi sono anche quelli che possono permettersi un intero guardaroba con capi firmati dagli stilisti più famosi. Molti di noi hanno il desiderio di poter comprare il vestito del nostro stilista preferito o semplicemente un prodotto di lusso, ma coloro che hanno questa possibilità, acquistano per via della bellezza o solo per il fatto che sia di nicchia? Per alcune persone diventa addirittura una competizione collezionare capi di lusso, che magari, indossano una volta sola. Un esempio eclatante sono state le sneackers firmate Balenciaga, scarpe dalla forma e dimensione inusuale, molto appariscenti e sicuramente esteticamente sproporzionate rispetto al corpo, eppure introvabili e desideratissime. Difficile definirle belle, ma effettivamente la voglia di possederle è innegabile. E voi che ne pensate? Vi è mai capitato di acquistare un prodotto solo perché stava bene indossato dalla modella? Comprate un capo perché vi piace o perché è un prodotto di marca? Condividete con noi le vostre opinioni! Un saluto virtuale Shakhi Uddin |
AutoreStilista e ricercatrice tendenze, poliedrica e sottosopra! Archivi
Gennaio 2021
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