A chi non è mai capitato di trovarsi di fronte ad un capo e fissarlo, come se ci stesse chiamando?
Rimaniamo praticamente ipnotizzati dalla sua bellezza, non è così?
Magari abbiamo con noi i nostri piccoli risparmi per acquistare qualcosa di più importante, ma senza pensarci due volte, acquistiamo l’oggetto dei nostri sogni! Che cosa significa questo nostro comportamento? L’acquisto è stato fatto perché un capo ci piace o per via della sua etichetta? La risposta corretta probabilmente non esiste, dipende tutto dalle persone e dalle loro esigenze o ambizioni. Ci sono, infatti, alcune persone difficilmente attratte dai vestiti, ma capaci di comprare d’impulso qualcosa per sentirsi semplicemente bene. I vestiti hanno svariate funzioni, una delle più importanti ai giorni nostri, è quella di rappresentare noi stessi, poiché l’apparenza talvolta diventa appartenenza, ad esempio all’interno di un gruppo sociale. A volte prendiamo un indumento in “prestito”, per sentirci bene, per evadere dalla realtà della vita, ma una volta consumato questo piacere, ci sentiamo vuoti e abbiamo la necessità di trovarne un altro. Non a caso sono nati negozi che noleggiano abiti firmati per eventi importanti, o semplicemente per sentirsi un’altra persona. Viviamo in un secolo dominato dal web, in cui la vita sta diventando virtuale dove tutto dipende da cosa indossiamo, anzi, “chi indossiamo”. Passiamo ore e ore a fare storie, a condividere momenti delle nostre giornate, a fare fotoritocchi di noi stessi con un bel vestito per ricevere visualizzazioni e like. Il mondo è ora più che mai eterogeneo, ci sono coloro che comprano il bene primario per coprirsi, coloro che acquistano per appartenere ad un gruppo sociale ed altre persone benestanti che acquistano senza esagerare. Vi sono anche quelli che possono permettersi un intero guardaroba con capi firmati dagli stilisti più famosi. Molti di noi hanno il desiderio di poter comprare il vestito del nostro stilista preferito o semplicemente un prodotto di lusso, ma coloro che hanno questa possibilità, acquistano per via della bellezza o solo per il fatto che sia di nicchia? Per alcune persone diventa addirittura una competizione collezionare capi di lusso, che magari, indossano una volta sola. Un esempio eclatante sono state le sneackers firmate Balenciaga, scarpe dalla forma e dimensione inusuale, molto appariscenti e sicuramente esteticamente sproporzionate rispetto al corpo, eppure introvabili e desideratissime. Difficile definirle belle, ma effettivamente la voglia di possederle è innegabile. E voi che ne pensate? Vi è mai capitato di acquistare un prodotto solo perché stava bene indossato dalla modella? Comprate un capo perché vi piace o perché è un prodotto di marca? Condividete con noi le vostre opinioni! Un saluto virtuale Shakhi Uddin
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Durante il più grande periodo di Crisi degli ultimi anni, si è tornato a parlare di Made in Italy. La preoccupazione è che gli italiani abbiano la memoria corta e finita la crisi tornino alle vecchie abitudini. Ossia acquistare prodotti provenienti dall’estero, ingolositi da prezzi accattivanti. I nostri portafogli hanno risentito di questo periodo, le grandi catene di fast fashion, con prodotti a prezzi bassissimi, riusciranno nuovamente a minare i prodotti Made in Italy?
Sicuramente siamo davanti a consumatori più attenti, la tendenza di preferire prodotti più durevoli e con qualità maggiore, si sta insinuando nelle nostre abitudini.. e fa ben sperare. Sappiamo veramente cosa vuol dire Made in Italy? Non sembra, ma il Made in Italy non è tutto uguale. Vi sono infatti realtà che producono su territorio italiano, avvalendosi però di laboratori che d’Italiano hanno ben poco.. Fortunatamente molte aziende hanno il proprio reparto produttivo, o si avvalgono di laboratori artigiani che trasudano Italianità. Voi cosa ne pensate? Esiste ancora il vero made in Italy? AD DITE LA VERITà..Avete comprato delle super attrezzature per il vostro sport del cuore. Integratori ed un nuovo regime alimentare.. per poi vestirvi, in vista del vostro allenamento, senza pensare al vostro corpo.
L'abbigliamento, infatti, non è solo una questione di stile, ma un vero e proprio alleato della vostra salute. Vi è mai capitato di fermarvi, dopo una corsa od una biciclettata, ad ammirare il panorama..o a prendere fiato? In quella situazione la vostra maglietta di COTONE, zuppa vi avrà sicuramente fatto percepire una temperatura sensibilmente più bassa di quella reale ed i vostri muscoli sicuramente non vi hanno ringraziato. Il cotone, è infatti: IDROFILO: assorbe acqua e la trattiene, può addirittura trattenere una quantità pari al proprio peso. BUON CONDUTTORE DI CALORE: Disperde rapidamente il calore del corpo. Quindi, potete capire, che il cotone non è sicuramente adatto ad attività sportiva, anche poco intensa. Quali prodotti scegliere quindi? L'abbigliamento ideale, sia per l'attività sportiva che per l' "outdoor" in ogni situazione climatica e stagionale è quello così detto "a cipolla", cioè a strati sovrapposti di diverse caratteristiche e pesantezza che possono essere combinati dinamicamente in varie maniere rispondendo alla necessità di eliminazione del sudore, di mantenimento di un adeguato microclima corporeo, di protezione dagli agenti atmosferici (pioggia o neve, vento, ecc.) e con un ottimo grado di resistenza agli eventuali strappi o abrasioni del tessuto. L'abbigliamento ideale, sia per l'attività sportiva che per l' "outdoor" in ogni situazione climatica e stagionale è quello così detto "a cipolla", cioè a strati sovrapposti di diverse caratteristiche e pesantezza che possono essere combinati dinamicamente in varie maniere rispondendo alla necessità di eliminazione del sudore, di mantenimento di un adeguato microclima corporeo, di protezione dagli agenti atmosferici (pioggia o neve, vento, ecc.) e con un ottimo grado di resistenza agli eventuali strappi o abrasioni del tessuto. L'abbigliamento ideale, sia per l'attività sportiva che per l' "outdoor" in ogni situazione climatica e stagionale è quello così detto "a cipolla", cioè a strati sovrapposti di diverse caratteristiche e pesantezza che possono essere combinati dinamicamente in varie maniere rispondendo alla necessità di eliminazione del sudore, di mantenimento di un adeguato microclima corporeo, di protezione dagli agenti atmosferici (pioggia o neve, vento, ecc.) e con un ottimo grado di resistenza agli eventuali strappi o abrasioni del tessuto. Abitualmente si considerano tre strati principali:
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DI UN BUON TESSUTO SPORTIVO:
Ancora chiusi tra le mura domestiche, con davanti incertezze e paure. La moda, un intero settore sull’orlo del baratro, ha bisogno di rallentare e soprattutto rinnovarsi. Nell’intento ci prova anche ‘Milano Unica’, una delle fiere più conosciute nel settore. Dato le date delle fiere slittate, Milano Unica, rimane concentrata ed accoglie la sfida creando una presentazione online delle tendenze. Un sito molto fotografico, con descritti i 3 temi tendenza ed illustrati tessuti colori ed accessori che entreranno nelle nostre collezioni. Un grande supporto agli stilisti abituati a salire e scendere dagli aerei a caccia di tendenze, ora costretti a stare chiusi nei loro uffici, con un’unica finestra sul mondo: il web.
Ancora una volta internet ci viene in soccorso, arriva dove noi non possiamo, ma tutto è inevitabilmente asettico. Manca infatti la componente fondamentale per creare una collezione.. l’emozione! Vorremmo creare capi pieni di passione e speranza, ma anche in noi vi è un nodo d’angoscia ed instabilità. Non possiamo far altro che abbracciare questo stato d’animo e renderlo.. moda. Anna Daverio Un mondo completamente diverso, un futuro incerto. Come sempre sottolineo, la moda è il riflesso della nostra società, non fa altro che raccontare chi siamo. Oggi, la moda, seppur in ginocchio, non può che essere lo specchio dei nuovi modi di vivere, non può fare altro che catturare gli elementi che ci accompagneranno nel nostro futuro prossimo. I guanti saranno nuovamente un must? Sicuramente lo saranno le mascherine, indispensabili ed attuali. Come per altri accessori utili (indispensabili) diventeranno anche un momento per mostrare il proprio status, distinguersi o semplicemente comunicare un nostro stato d'animo. Alle tradizionali ed anonime mascherine chirurgiche si affiancheranno, già qualcosa si vede, mascherine molto colorate, o decorate. Non si parlerà più di un elemento utile e di passaggio, ma di un vero e proprio accessorio alla stregua di una borsa o una cintura. Sempre più personalizzate e personalizzabili ci accompagneranno nella prossima stagione, ma attenzione, oltre alla funzione estetica saranno sempre più performanti. Uniranno stile, comfort ed alte prestazioni tecniche. Prepariamoci alle nove necessità...ma con stile! AutoreAnna Daverio: stilista e ricercatrice tendenze, poliedrica e sottosopra. Molte persone mi chiedono quale sia il percorso migliore per diventare stilista. La realtà è che non vi è un'unica risposta. Le prime domande da porsi sono:
Conosco veramente il ruolo dello stilista? Vorrei diventare uno stilista freelance oppure disegnare una mia linea d'abbigliamento? Sicuramente la cosa basilare è una profonda conoscenza della moda a 360 gradi. Selezionando un istituto superiore bisognerebbe prediligere quello che offre un percorso di studi completo. Non basta infatti saper disegnare..anzi a volte lo stilista non disegna benissimo.. MA ha l'idea vincente ed una sensibilità unica, ma torniamo alle caratteristiche che dovrebbe avere una scola di moda. Le materie che non possono mancare sono quelle pratiche, ossia disegno, modellistica e confezione. Molti probabilmente non vogliono diventare sarti o modellisti, ma per saper progettare un abito ahimè bisogna saperlo creare. Sarebbe infatti inutile far un bellissimo figurino.. irrealizzabile. Siamo artisti, ma anche designer, ossia dobbiamo rendere le nostre idee non fini a loro stesse, ma vendibili. Altre materie essenziali sono storia dell'arte e storia del costume, impensabile progettare il futuro senza conoscere il passato. Non meno importante tecnologia tessile, molta teoria, ma come si può creare qualcosa senza conoscere le proprietà ed origini dei materiali impiegati. Oltre alle materie di settore, sicuramente importanti le classiche materie degli istituti superiori, storia italiano, matematica ed indispensabili per uno stilista lingue straniere. Finite le superiori, l'Italia ad esempio, offre vari tipi di scuola, sia post diploma che vere università. Personalmente ho preferito un post-diploma di 2 anni molto pratico completo di stage e ricco di materie che mi hanno reso quella che sono: sociologia della moda, psicologia della moda e programmi specifici come photoshop, cad. Nelle scuole che selezionerete non potranno mancare materie rivolte alle nuove tecnologie, cad 3d per l'abbigliamento, illustrator e photoshop. Concluso l'iter scolastico non vi resterà che guardarvi intorno e farvi assumere...SBAGLIATO, il mondo della moda è vastissimo e diviso in varie categorie, oltre a bimbo, uomo e donna, vi sono sportswear, Rtw, sartoria maschile, tessuti, intimo, pigiameria, alta moda, accessori, piccola pelletteria...etc. Quindi capite che anche le scuole che selezionerete dovranno rispecchiare quello che poi vorrete fare. Con le idee chiare ed il percorso giusto sarà tutto più semplice, ma non doveste trovare subito un impiego, vi è la possibilità di fare molta esperienza nel campo della moda attraverso la partecipazione a concorsi per stilisti emergenti, o a vere e proprie sfilate di presentazione del vostro Brand. Una cosa importante per diventare bravi in questo settore è assimilare il più possibile, prendere ogni informazione come preziosa ed indispensabile. Dovete essere famelici ed appassionati, guardare i colleghi senza invidia, ma in maniera costruttiva e senza sentirvi sminuiti. Ogni stilista ha dentro una scintilla, ma attenzione va alimentata giorno dopo giorno, altrimenti il vostro cuore diventerà arido e le vostre collezioni saranno vuote! A presto AD Inutile negare il grande impatto che il Covid-19 avrà nel settore moda.. come possiamo affrontare questo evento imprevedibile?
Sarà dura, durissima, ma potrebbe essere un’occasione, un riequilibrio del settore. Dovrebbe farci riflettere sul riempire i negozi di prodotti made in Italy, prodotti di qualità, una parte dei quali senza stagionalità, evergreen. Si dovrebbe valutare l’assurdo calendario dei saldi, è improponibile mettere in SALDO una collezione ad inizio stagione. Tornate indietro negli anni con la vostra mente, non era forse più ragionevole aprire i saldi a fine stagione? Chi compra a prezzo pieno quando aspettando poche settimane è possibile trovare tutto scontato, addirittura grandi marchi? Deve ancora arrivare il caldo ed ecco i saldi.. ma scherziamo? Questa leggerezza ha messo in ginocchio il mondo della moda! Altro aspetto, come anticipato, è selezionare prodotti di qualità. Basta al fast fashion, dobbiamo diventare etici, prediligere il POCO MA BUONO. I capi di un tempo riempiono i mercati del vintage, ancora intatti ed attuali. Dove siamo arrivati? Abbiamo venduto l’anima al diavolo, in cambio di cosa? Torniamo alle radici, a quello che era il made in Italy, ma quello vero, realizzato in fabbriche italiane, sartorie, senza giocare al ribasso. Questi sono solo alcuni punti di riflessione, ma vorrei vedere il positivo in questa disgrazia che ci unisce.. Prima di questo nemico comune, se avete visitato fiere di settore, letto libri tendenza, avete sicuramente visto come lo smartworking ed il maggior uso degli spazi domestici, avessero influito sulla moda. Ora più che mai il riflesso delle situazioni sociali sottolinea la necessità di restare in casa, ma al tempo stesso di rimanere in ordine.. in attesa di qualche conference call, o semplicemente dello spedizioniere che ci recapita tutto quello che non possiamo andare a prendere. Non vogliamo però essere troppo formali, la comodità è la parola chiave. Ecco allora farsi strada loungewear e leisurewear, affiancandosi al più conosciuto homewear. Anche la linea sleepwear, una volta declinata esclusivamente al dormire, prende nuova vita: comoda, fashion, si confonde con capi da poter usare durante l’arco della giornata.
Le abitudini, i ritmi sono cambiati e stanno cambiando, la moda non può che adattarsi e trasformarsi. In linea con questa nuova concezione di sleepwear ed leisurewear, la collezione COTONELLA AI 2020/21 Capi comodi e cool da poter indossare con disinvoltura, realizzati con materiali di grande qualità. Compagni perfetti nelle giornate #IORESTOACASA #ADS Neodiplomati, appassionati di moda o semplicemente titolari di negozi e showroom. Sono molte le persone che vorrebbero creare il proprio marchio d’abbigliamento o accessori.
Tante idee in testa, ma pochi contatti per poterle attuare. Creare una propria linea non è impossibile, anzi, sono però tanti i dubbi e gli interrogativi. Cercherò in questo articolo di fare un po di chiarezza, di evidenziare i dubbi più comuni. Da dove cominciare? Sicuramente dal logo e dal nome del nuovo brand. Spesso si dà per scontato, ma creare o farsi creare un marchio, è un passaggio indispensabile per poterlo poi registrare. Un piccolo investimento per potersi tutelare! Scelto il nome si deve passare alla stesura della Brand identity. Sicuramente voi avete in testa tutte le informazioni necessarie, come ad esempio il target di riferimento, i valori, le peculiarità.., ma scriverle nero su bianco renderà il tutto più concreto e soprattutto usufruibile da eventuali collaboratori o futuri clienti. Saranno ad esempio le informazioni che dovrete passare a chi dovrà realizzare il sito, o il servizio fotografico. Il tutto dovrà rispecchiare l’identità del Brand, per essere coerente e credibile. Dopo questi primi passaggi, prima di sviluppare la parte progettuale, bisognerà trovare fornitori idonei. Spesso chi produce lo fa su grandi quantitativi, altrettanto spesso chi inizia vuole partire con piccoli numeri. Lo stesso discorso vale per i materiali.. dovremo trovare chi può fornircI, ad esempio, pochi metri di tessuto e non dai 500 metri in su, se la filosofia è quella dei piccoli numeri.. ed investimenti. Dovremo poi essere in grado di progettare la collezione, creare le schede tecniche, contenenti tutte le informazioni necessari allo sviluppo dei prototipi. Dovremo preoccuparci della realizzazione di cartellini, etichettatura a norma di legge, packaging, servizio fotografico. Quando finalmente avremo il nostro prodotto tra le mani, arriverà il momento più duro.. vendere. Capire e trovare i canali sarà il punto chiave per riuscire nell’impresa. Come potete immaginare le cose da fare sono tante e soprattutto richiedono competenze specifiche, Il consiglio che posso darvi è quello di non avere fretta, di seguire ogni fase con attenzione, cura e passione. Nulla è impossibile! Quando si parla del luccicante mondo della moda.. si pensa subito a stilisti e modelle! In realtà sono moltissimi i ruoli, più o meno creativi.
Una figura molto interessante è quello dello Stylist (fashion Stylist). Una figura che necessità di grandi doti organizzative e molta creatività. Quali sono le sue mansioni? Si occupa di creare gli abbinamenti per i servizi fotografici, di sistemari i capi sui modelli, o manichini o adagiati in modo creativo. È attento a far risaltare i dettagli dei capi ed al tempo stesso di rendere i capi perfetti. Cerca ed abbina elementi mancanti.. ad esempio se un’azienda produce e vende collant, ma nel servizio fotografico vuole che la modella indossi un outfit completo, sarà lo stylist a trovare ed abbinare il tutto al prodotto aziendale (ad esempio abiti, scarpe, accessori e gioielli). Una figura veramente poliedrica, veloce, preparata ed organizzata! |
AutoreStilista e ricercatrice tendenze, poliedrica e sottosopra! Archivi
Gennaio 2021
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